Silvia Mezzanotte

Silvia Mezzanotte e il suo nuovo percorso con i Matia Bazar

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SI ERANO LASCIATI DOPO AVER RAGGIUNTO IL PICCO MASSIMO DI SUCCESSO E POPOLARITÀ’. UN INCONTRO FORTUITO HA DATO VITA AL LORO PERSONALE “SECONDO TEMPO”. UN DISCO IN USCITA E UN TOUR DI PROSSIMA PARTENZA. UNO DEI GRUPPI PIÙ’ LONGEVI DELLA NOSTRA MUSICA RITORNA SULLA SCENA IN GRANDE STILE.

Quasi come una “Conseguenza Logica”, la reunion tra uno dei sodalizi più apprezzati del panorama musicale si è concretizzato in un nuovo affascinante progetto. Il ritorno di Silvia Mezzanotte come vocalist degli eterni Matia Bazar, rappresenta una sorta di secondo capitolo per la storica band guidata da Piero Cassano, Giancarlo Golzi e Fabio Perversi. Instancabili esploratori di orizzonti sonori, i Matia Bazar hanno voluto regalare una sorpresa al loro pubblico: dopo cinque anni di importanti esperienze da solista, Silvia Mezzanotte è tornata a dare la voce alle creazioni di Piero, Giancarlo e Fabio, amici con i quali ha già raggiunto importanti riconoscimenti artistici fino alla vittoria al Festival di Sanremo nel 2002. Un gruppo che ha avuto tante dimensioni, un variegato percorso intergenerazionale, che non ha mai perso la grinta e la voglia di ricominciare. “Conseguenza Logica” è il titolo scelto per il ritorno sui palchi. Due singoli apripista, l’album, l’imminente tour estivo. Un progetto dal respiro internazionale, capace di farsi apprezzare all’estero (dove i Matia sono da sempre tra i maggiori rappresentanti della grande musica italiana, con tante hit nelle classifiche di mezzo mondo): tredice nuove tracce di pop raffinatissimo, sofisticato, “targato Matia Bazar”, scritte in gran parte da una delle coppie di “maggior successo” della canzone italiana: Piero Cassano e Adelio Cogliati (incalcolabili le hit scritte per Eros Ramazzotti) che, per la prima volta, affianca Giancarlo Golzi nella composizione dei testi, in una nuova e vera sinergia poetica (collaborazione anche di Beppe Andretto, Massimo De Vitiis e Massimiliano Pani). E’ Silvia la raffinata interprete, coadiuvata dall’intensa voce di Piero Cassano, a raccontare nelle nuove canzoni le innumerevoli sfumature e le imprevedibili trasformazioni dei sentimenti che conducono alla felicità; è l’amore a lottare con il tempo, insidiato dalla noia e dai gesti distaccati dell’abitudine.

Ho trovato – esordisce Silvia Mezzanotte nell’intervista ai microfoni di SET – la magia e la professionalità che questo  marchio porta con se, inevitabilmente, ho lasciato per strada una serie di insicurezze. In questi sei anni, lavorando da solista ho acquisito una sicurezza che prima non avevo, questa è una conquista che ho riportato nel gruppo. Nel primo periodo della nostra collaborazione, il mio ruolo era costruito proprio sul mio modo di porgermi agli altri componenti dei Matia che era quello dell’apprendimento. Oggi, invece, ci rientro con un ruolo che è un po’ più paritario, con la consapevolezza di non avere solo qualcosa da apprendere, ma anche tanto da dare”.

Tu sei la voce dei Matia Bazar, ma questo gruppo insegna che l’assenza della voce non ha ucciso il gruppo, quanto è importante la presenza di una vocalist per l’identità di questo gruppo?

Credo fondamentale, soprattutto nella seconda parte della carriera. Premettiamo che loro nascono nel 1975, dieci anni dopo, già, non potevano più fare a meno della voce femminile. All’inizio era un corollario, perché nel gruppo cantavano tutti, cantava Piero, cantava Il Bimbo, non c’era un ruolo prioritario per quello che riguardava la voce di Antonella Ruggero. Poi le canzoni hanno cominciato ad essere strutturate sulla sua vocalità straordinaria e questo ha reso inevitabile l’uso della vocalità prettamente al femminile. Nel tempo, è vero, ci sono stati molti cambi, ma per me così come per le altre, la cosa fondamentale agli inizi della collaborazione, fu capire che tipo di vocalità potesse essere adattata sul repertorio storico. Il mondo dei Matia parte da questo. Durante la mia prima permanenza, poi, si è costruito qualcosa di nuovo. Pensiamo per esempio, che “Messaggio d’amore” o “Brivido caldo”, sono due brani che non sono pensabili cantati da una voce come quella di Antonella, perché strutturati sulle mie corde”.

Di recente sono state ripubblicati i vinili dei più grandi successi dei Matia Bazar, per consentire ai fan l’ascolto anche tramite giradischi.

Nonostante la vittoria al Festival, hai deciso di intraprendere la strada di cantante solista. Cosa cercavi?

La vittoria a Sanremo è stato l’apice di un progetto che andava avanti da tre anni, che ha visto la partecipazione a tre Festival consecutivi, ed è stato il culmine della nostra carriera insieme, del nostro periodo storico. Subito dopo serviva una volontà di stacco o comunque di cambiamento che io sentivo in me, ma che non riuscivo a trovare all’interno del gruppo. Questa voglia di cambiamento la sentivo anche a livello femminile, sentivo la volontà di fare una ricerca sulla mia vocalità che non fosse solo ad uso e consumo del progetto Matia Bazar. Sono uscita dal gruppo assumendomi questa responsabilità terribile. Ho dovuto ricominciare, con tutti i problemi che ne sono conseguiti, viste anche le difficoltà del mercato discografico. Con grande orgoglio e con grande dignità, anche se molto faticosamente, ho realizzato due album da solista nei quali sono riuscita ad esprimere tutta una serie di concetti al femminile e inoltre parlando al singolare, cosa che ovviamente all’interno del gruppo Matia non è concesso. Poi c’è stato “Regine”, uno spettacolo teatrale dove metto in scena le musiche e i brani delle donne di musica più di successo degli ultimi tempi e non è stata cosa facile, per riuscire ad interpretare  sul palco un brano come “New York New York” di Liza Minnelli ci vuole veramente tanto studio. Oggi oltre al lavoro con i Matia, continuo il progetto di “Regine”, che mi aiuta a portare avanti il mio lavoro al femminile, soprattutto nel contesto storico in cui ci troviamo e in cui la donna è messa molto in discussione”.

Sei riuscita, comunque, a mantenere buoni rapporti con il gruppo.

Alla base, intanto c’è da specificare che non ci sono mai stati problemi a livello personale, non c’era uno stare male all’interno del gruppo, ma solo una volontà mia di staccare, di mettermi alla prova, tenuto conto che questa mia volontà non era condivisibile con il gruppo. Le persone restano comunque persone, è logico nel momento in cui io ho comunicato la mia decisione ci sono state delle tensioni, perché ciò a portato a delle conseguenze piuttosto scombussolanti, però ci siamo riappacificati subito a livello personale. Questa volta ci siamo rincontrati con più gioia, per caso in un aeroporto, ma era già successo di vederci, anche mentre c’era Roberta Faccani”.

“Conseguenza Logica”, il “vostro” nuovo album. Cosa vi aspettate e cosa significa per voi?

Questo album – continua Silvia Mezzanotte – non è solo la conseguenza logica del nostro incontro, ma soprattutto la conseguenza logica del nostro momento di vita. Quattro persone, e sottolineo persone per distinguerle dall’essere i Matia Bazar, la cui volontà in questo momento è quello di rasserenarsi, stare bene insieme e creare musica che abbia questo effetto. Ecco come vengono fuori queste tredici canzoni, che sono storie di vita, dove ognuno di noi ha messo dentro un po’ del proprio vissuto. E’ logico che una canzone spopoli di più se si parla di una coppia, ma tra le righe è nitido leggere che si tratta di noi, delle nostre liti, delle nostre divisioni interne, delle nostre riappacificazioni. Il nostro è un momento che mi piace definire “SlowLife”, in contro tendenza a tutto quello che ci sta succedendo intorno. E’ un momento di calma, ed  è questo quello che abbiamo voluto trasmettere e sono nettamente convinta che il nostro messaggio, il nostro stato d’animo sia passato attraverso questo nuovo album”.

Il tuo incontro e la tua esperienza professionale con Massimo Ranieri. Cosa ti ha insegnato, cosa ti ha lasciato un artista immenso e senza tempo come lui?

Molto simili nel carattere. Questo mi ha permesso di assorbire e bere tutto ciò che Ranieri potesse passarmi a livello artistico e l’ho fatto con tutta l’umiltà e la sensibilità che contraddistingue anche lui. Massimo è molto maniacale nella preparazione delle performance e questo lo rende a volte tiranno, ma i risultati poi si vedono quando va in giro e porta la sua arte sul palco. Mi sono riconosciuta nella sua personalità artistica, e ho avuto la conferma che la cura del dettaglio vince e ripaga. Una caratteristica che fa parte del mondo Matia e che mi ha permesso di entrarci quando ho cominciato a cantare con loro e che mi ha permesso di rientrare a far parte del gruppo anche adesso. Massimo Ranieri è il vero artista a tutto tondo e io mi ci riconosco perfettamente, quando mi chiedono a chi mi ispiro, preferisco indicare Massimo Ranieri come fonte di ispirazione che una qualsiasi vocalità al femminile”.

A proposito di Ranieri….: come lo vedresti a Sanremo nei panni di conduttore/direttore artistico?

Meravigliosamente!! C’è stato un momento in cui si era pensato a lui e Morandi come possibili conduttori, Ranieri però avrebbe potuto portare in più la sua padronanza del palco a livello teatrale. Io ho apprezzato molto la conduzione di Morandi, un po’ meno la scelta dei brani, anche se alla fine sono stata felicissima della vittoria di Vecchioni. Massimo Ranieri, può vantare un grande magnetismo di attore e una sterminata competenza musicale che gioverebbe alla scelta delle canzoni. Un’altra bella idea come conduttore potrebbe essere rappresentata da Gigi Proietti, che porterebbe quel qualcosa in più che oggi non c’è”.

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