ANTONIO & MICHELE – PEPPE IODICE: DA ZELIG AI FRATELLI KARAMAZOV

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Dal 4 al 16 aprile il Teatro Diana presenta l’appuntamento più comico di Pasqua

 ANTONIO & MICHELE – PEPPE IODICE: DA ZELIG AI FRATELLI KARAMAZOV…
“MA NON PRENDETECI SUL SERIO!”

servizio a cura di Vincenzo Lombardi & Rosario Pascarella

Stufi delle campagne elettorali, dei faccia a faccia e delle tribune politiche? Cercate un appuntamento con il buon umore da inserire tra i programmi delle festività pasquali? Ecco una valida soluzione che potrebbe accontentare tutti.

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Dal 4 al 16 aprile arriva al Teatro Diana di Napoli uno spettacolo nuovo di zecca e imperniato sulla tanto decantata comicità giovanile che in questi anni molta strada ha fatto partendo dai locali di Napoli e arrivando a templi sacri del cabaret, Zelig in testa. La Diana Or.I.s. della famiglia Mirra (nella cui bacheca spiccano produzioni da Salemme a Giuffrè), presenta una nuova scommessa puntando sui giovanissimi Antonio e Michele che insieme a Peppe Iodice saranno protagonisti de “I fratelli Karamazov…senza permesso di soggiorno“, strampalata quanto comica rilettura del capolavoro russo. Un”esilarante commedia nella quale saranno affiancati dalla spumeggiante Yulia Mayarchuk e dal bravissimo Sergio Solli, presenza di grande caratura artistica. Scene e costumi di Giusi Giustino, regia di Claudio Insegno. La storia parte naturalmente dalle alterne vicende di tre fratelli tutti appartenenti ad una generazione irriducibile: i trentenni. C’è Checco (Peppe Iodice) un P.R. professionista del mordi e fuggi per anni in vacanza a Formentera, Sergio (Antonio D”Ausilio) perennemente impegnato nella preparazione del suo ultimo esame all’università con la sua ferita al cuore per una storia d”amore finita…sette anni fa. Infine c’è Mario (Michele Caputo) attore con brevi comparse in fiction che, ha deciso di puntare tutto sul teatro e grazie ai fondi della comunità europea è riuscito ad ottenere la partecipazione nel suo spettacolo di due importanti attori di prosa. Lo spettacolo altro non è che la rilettura del grande capolavoro russo “I Fratelli Karamazov“. Le cose però non vanno per il verso giusto, i fondi vengono bloccati, i due “grandi nomi” muoiono in circostanze misteriose ma Mario decide che lo spettacolo non può essere rimandato, decidendo così di coinvolgere Katia (Yulia Mayarchuck) la giovane compagna del padre (Sergio Solli) nello spettacolo e trasformare i suoi fratelli ne: “I Fratelli Karamazov…senza permesso di soggiorno“.”SET” è andato ad incontrare in anteprima i protagonisti della commedia in scena al Diana dal 4 al 16 aprile, per presentarvi l’appuntamento più comico delle festività di Pasqua.

trio karamazov
– Allora ragazzi, e venne il giorno de “I Fratelli Karamazov…”: una scommessa importante e soprattutto la fiducia di una grande produzione.
La fiducia accordataci dalla famiglia Mirra – esordisce Michele Caputo – ci riempie di orgoglio e responsabilità. Per un imprenditore teatrale è facile produrre testi classici del teatro napoletano, un successo quasi assicurato. Il Diana invece ha voluto investire su noi giovani cabarettisti mettendoci in condizione di affrontare una grande sfida: passare dal cabaret al vero teatro. Per noi senza dubbio uno stimolo importante“.
– Sarete in scena tra elezioni e vacanze pasquali…
Ed è per questo che vi aspettiamo numerosi al Diana! Dopo il voto s’intende, per dimenticare quello che avete fatto venite a fare due sane risate in nostra compagnia
– Una commedia comica che affronta un tema alquanto serio: i trentenni.
I trentenni – afferma Antonio D’Ausilio –   sono una generazione particolare specie in questa epoca. Si sta raggiungendo la maturità più tardi e il tutto è estremamente legato al mondo del lavoro; ci si impiega più tardi e allora non c’è niente di meglio che restare a casa da mammà. Cosi come i protagonisti della nostra commedia che vivono tutti sotto lo stesso tetto“.
– Mettete da parte “i ragazzi del circoletto”, “Silvia e Marittiello” e la vasta galleria di personaggi che vi ha resi famosi. Cosa ha significato la gavetta del cabaret.
Con i programmi televisivi di fine anni Novanta abbiamo avuto una forte popolarità alla quale non eravamo assolutamente preparati, con Zelig invece ci siamo “educati” al lavoro, abbiamo migliorato la nostra recitazione, lo stare sul palco. E’ stata una gavetta molto costruttiva, dove anche il fatto di “emigrare” a Milano ha avuto la sua importanza, abbiamo imparato tempi e ritmi totalmente diversi dalla comicità locale“.
– Domanda spontanea: perché bisogna “emigrare” al Nord nonostante la grande tradizione teatrale napoletana?
Milano è il centro strutturale di chi vuol fare comicità. A Napoli – continua Michele Caputo – ci sono grandi potenzialità ma un progetto come “Zelig Circus“, ovvero duemila persona sotto una tenda, al momento è stato fatto solo a Milano. Anche Salemme per le prime affermazioni è dovuto andare via. C’è da aggiungere anche in dato fondamentale: far ridere a Milano vuol dire essere “funzionare” in tutta Italia, far ridere solo a Napoli vuol dire avere comunque limiti di pubblico“.
– Ritornando ai “Fratelli Karamazov…”, cosa vi aspettate da questa importante tappa della vostra carriera?
 “Ci aspettiamo – conclude il trio – di riuscire a convincere il pubblico e la produzione e poi ci auguriamo che ai giovani venga voglia di scrivere, di inventare nuovi testi, non solo di apparire. Per lavorare nello spettacolo c’è bisogno di passione, se si pensa solo ai soldi non si arriva da nessuna parte“.

 

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